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Le benzodiazepine nei pazienti anziani vanno somministrate con molta cautela.

Perché:

-posso essere metabolizzate lentamente, con la possibile conseguenza di avere un improvviso ed eccessivo effetto sedativo;

-provocano rilassamento muscolare che potrebbe causare perdita di forza con rischio di caduta (in particolare la mattina quando si alzano dal letto), vertigini e deficit della deambulazione;

-dopo la sospensione del trattamento la sintomatologia potrebbe ripresentarsi e/o inasprirsi (effetto re- bound) e in questo modo l’anziano si troverebbe in uno stato di agitazione più grave di quanto non lo fosse prima.

Quindi:

-se l’anziano non è particolarmente agitato e non è aggressivo si può iniziare con integratori a base di erbe che aiutano il rilassamento e l’addormentamento;

-se il paziente non è cognitivamente presente e a tratti si presenta aggressivo, meglio optare per farmaci diversi che potrà consigliare il geriatra di fiducia.

Talvolta le benzodiazepine vengono prescritte in pazienti che non vanno semplicemente incontro a stati d’ansia, ma questi episodi sono associati a disturbi del comportamento causati da una sindrome ansioso-depressiva. Anche in questi casi è meglio prescrivere farmaci che trattano la patologia migliorando il tono dell’umore, piuttosto che fermarsi ad un farmaco in grado di gestire solo una parte del problema, cioè l’ansia.

Inoltre è importante ricordare che il paziente anziano non sempre è in grado di gestire i farmaci, non riuscendo a contare le gocce o dimenticando di averli già assunti. In questo modo rischia di prenderne una dose eccessiva sperimentando gli effetti collaterali descritti sopra.

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