
Quante volte tuo padre all’ennesima preghiera di bere ti ha risposto che va continuamente in bagno e questo significa che beve abbastanza?
So quanto è estenuante trascorrere le giornate a ricordare al proprio caro quanto sia importante l’idratazione. E magari anche a beccarsi qualche rispostaccia per l’insistenza.
Certo non possiamo obbligare nessuno con la forza, ma sicuramente possiamo mettere in campo qualche stratagemma per evitare che si disidrati.
Attenzione perché ora che andiamo incontro alla stagione estiva la calura, il ventilatore e l’aria condizionata favoriscono la perdita di liquidi, quindi è più alta la probabilità che i nostri cari anziani, senza neanche rendersene conto, vadano incontro ad un episodio di disidratazione.
Come potete rendervene conto?
Vi potrebbe dire che avverte un malessere che non riesce a definire meglio, che si sente più stanco del solito, che si sente rallentato. Questi, insieme a secchezza della mucosa orale, oculare o della cute, cefalea, crampi muscolari, inappetenza, ipotensione arteriosa, nausea e vomito, vertigini, tachicardia, disturbi della concentrazione, confusione mentale fino al delirio e al coma, sono i sintomi che devono farci pensare che il nostro anziano sia disidratato. La situazione può essere accelerata da febbre alta, vomito, diarrea e terapia a base di farmaci diuretici.
Il problema principale dell’anziano è che lo stimolo della sete è attenuato. Dimentica di bere e così assume pochissimi liquidi durante la giornata.
Visito pazienti che mi dicono di bere solo la poca acqua che utilizzano per deglutire i farmaci. Sicuramente la necessita di liquidi è soggettiva, ma bere un solo bicchiere d’acqua al giorno è veramente troppo poco. La quantità di cui abbiamo bisogno dipende da quanti liquidi perdiamo, da quanti ne introduciamo con i cibi, dal tipo di patologie di cui soffriamo. Un corpo ben idratato riesce a combattere meglio qualsiasi malattia, a ridurne i sintomi e talvolta anche a debellarla.
Talvolta però il problema è un altro. L’anziano non autonomo eviterà di bere per non chiamare continuamente chi vive con lui per farsi portare l’acqua. Per alcuni non riuscire ad aprire la bottiglia o a tenere in mano il bicchiere per deficit di forza o a causa dell’artrosi può rappresentare un ostacolo al bere in modo adeguato. I pazienti che soffrono di incontinenza urinaria ammettono di bere poco per non incorrere in incidenti imbarazzanti o per evitare la sgradevole sensazione del pannolone bagnato sulla pelle, ma anche chi è autonomo spesso vuole evitare di andare continuamente in bagno.
La disidratazione può alterare la capacità di regolazione della temperatura corporea, può provocare disturbi cardiaci, ipotensione e stitichezza; può favorire l’insorgenza di infezioni delle vie urinarie, la formazione di calcoli renali e l’insufficienza renale; può rallentare la guarigione delle lesioni da decubito e può avere conseguenze sul piano cognitivo, come la mancanza di concentrazione, il disorientamento e la confusione mentale. Non sottovalutiamo questi aspetti della disidratazione, anche se apparentemente vediamo solamente la cute secca, dobbiamo pensare che tutto l’organismo sta soffrendo e che ci possono essere gravi conseguenze se non corriamo ai ripari.
La soluzione sta nella somministrazione di liquidi. E il modo migliore per rimediare è quello di far bere di più il nostro caro e nei casi più complicati il medico prescriverà qualche flebo, grazie alla quale il miglioramento sarà immediato.
Nel prossimo articolo vi darò qualche suggerimento per far bere di più il vostro caro.
Intanto provate:
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Idratarsi con l’acqua di mare https://www.blancodent.net/stefaniavelitti
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